MARSICANEWS: IL CONTAGIO DELLE IDEE

L’arbitrio degli spogliatoi

di Idia Pelliccia

“Se il naso di Cleopatra fosse stato più corto, l’intera faccia della terra sarebbe cambiata”: dice Pascal. E, a parte il paradosso, è lecito pensare che l’esistenza di molti sia decisa da pochi: dall’iniziativa o dall’arbitrio di pochi, che col potere cambiano il corso delle cose e il destino dei più. Questa riflessione nasce dalla storia di un uomo, che è poi la storia di tanti uomini, la cui vita a un certo punto si biforca, poiché l’io si ritrova di fronte alla scelta, mai indolore, di accettare o meno le lusinghe del potere.

La storia che voglio proporvi oggi sul “Contagio delle idee: la Marsica che non ti aspetti” si intitola“ L’ultima scommessa” di Gianni Paris, un libro che, per dirla con le parole dell’autore, è un documento su fatti realmente avvenuti che però non è a prova di falso. Il romanzo affronta la scomoda realtà del calcio scommesse italiano attraverso lo scandalo emerso a partire dall’estate 2011, vedendo coinvolti giocatori, dirigenti e società di serie A, serie B, Lega Pro e Lega Nazionale Dilettanti.

Gianni Paris è nato ad Avezzano nel 1973. Avvocato, Presidente dell’Avezzano Calcio e scrittore, vive nel capoluogo della Marsica, dove dal 2001 dirige il prestigioso Festival letterario “Sei giornate in cerca d’autore”. Dopo i successi di “Mare Nero” e “Nessuno pensi male”, continua sulla via del romanzo sociale con “L’ultima scommessa”, un affresco del mondo del calcio capace di far meditare sulle verità, spesso scomode, che si celano nei giochi di potere di un intero sistema. 

Il protagonista della storia di Paris è Giorgio Misteri, pseudonimo usato nella narrazione per celare la vera identità dell’ex direttore sportivo di un club professionistico arrestato nell’ambito dell’operazione “Last Bet”. Paris sceglie di costruire la sua opera proponendo al lettore un vero e proprio diario, scritto dal protagonista nei momenti terribili che lo hanno accompagnato fuori e dentro il carcere di Cremona. La scrittura diventa l’unica possibile via di sfogo e il protagonista delle vicende affida al suo avvocato, Gianni Paris, questa trascrizione biografica, vera e propria confessione del primo arrestato per “Scommessopoli”. 

Sfogliando le pagine del libro, i continui salti temporali che vanno dall’infanzia, alla gioventù e al presente così difficile del protagonista, permettono al lettore di conoscere l’evoluzione, o meglio l’involuzione di Giorgio, emblema significativo di un’epoca corrotta. Si tratta di un uomo contemporaneo, ambizioso e appassionato del calcio come pochi, spinto fin da giovane a sognare di vincere e di toccare il cielo con la punta degli scarpini: “scendendo in campo, io mi sono sempre mostrato sordo a ogni meschina proposta di tradire i tifosi.
Lo sapevano tutti che per me l’emozione di un gol superava il piacere di qualsiasi donna. C’erano gol mille volte più inebrianti di un amplesso. E comunque l’importanza, il prestigio, l’onore contano più di ogni vantaggio economico o ragione di società.”

Poi le cose cambiarono, e il giocatore duro e puro, senza macchia, si ritrovò a diventare un corrotto direttore sportivo: “Non mi vergogno di svelare come si scommetteva e dove finivano gli accordi clandestini. È ovvio che il mio presidente ci pagava gli stipendi ai giocatori. Quando avanzavano soldi pagava pure i dipendenti e tutto. Le partite si truccavano nel modo che è facile immaginare. Valutata l’opportunità di vincere o perdere, si contattava il direttore sportivo della squadra avversaria, o il portiere o l’attaccante. Si vedeva come soddisfare gli interessi di classifica di entrambe le compagini e…” il gioco era fatto!

Giorgio Misteri è dunque indifendibile? certamente è uno di oggi: “Il calcio professionistico è un business che tratta grandi interessi economici legati alla lotta per la promozione e la salvezza. Questa è la migliore definizione che oggi darei del calcio. Un tempo avrei detto che è l’altra metà del cielo, grande quanto il campo da gioco.” Dunque un disilluso, un burattinaio, un “pallonaro”… ma pur sempre l’unico a raccontare la sua storia con dignità e coraggio, l’unico a confessare all’Italia intera tutto lo schifo che il calcio gli aveva fatto dopo che gli aveva dato la vita.

Gianni Paris, con questo romanzo-verità, è riuscito senza dubbio ad offrire al mondo del calcio un contributo alla riflessione che fosse davvero frutto dell’esperienza. Un libro di denuncia, che ci porta al fianco del protagonista nei meandri di “scommessopoli”, fino alla fine, fino all’ultima scommessa, quella con la coscienza. Un inno alla Verità dunque, che, nel bene e nel male, deve sempre dare il fischio finale. Ai tifosi, e non, buona riflessione e buona lettura.

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